venerdì 14 maggio 2010

FS e pendolini

Ho raccolto in un libro intitolato “Regionale per Frascati “ e pubblicato da Fazi editore, dodici racconti che hanno per protagonisti i pendolari.
L’editore ha pensato di promuoverlo, esponendo dei cartelli pubblicitari detti ‘pendolini’ con la locandina del libro in tutti i treni regionali del Lazio.
Il libro racconta storie di uomini e treni, e solo nella breve introduzione c’è un riferimento, tanto doveroso, quanto innocuo, al disagio dei pendolari, descritto peraltro con la piuma dell’ironia piuttosto che con il bulino dell’astio.
Ma Ferrovie dello Stato, inizialmente interessata all’iniziativa, ha finito per respingere la proposta in virtù di un presunto “interesse contrario all’azienda “. Come se i ‘pendolini’ fossero stati pericolosi mezzi di diffusione di un fenomeno che, non solo è universalmente noto, ma è anche oggetto di continue polemiche.
Confesso che sono rimasto sconcertato da una tale decisione che, al di là della irrilevanza della questione, lascia trapelare una preoccupante grettezza.
Esponendo i pendolini l’azienda ferroviaria di Stato avrebbe mostrato di saper fare dell’auto-critica, di non temere una garbata polemica - accennata, lo ripeto, solo di sfuggita-, di accettare serenamente che in democrazia si possa essere bersaglio di rilievi da parte dei propri clienti.
Ma già: in democrazia …
Preferisco tuttavia pensare che questa decisione sia stata presa dal classico funzionario non in grado di gestire un potere incautamente affidatogli e che, tuttavia, farebbe bene a stare alla larga dagli innumerevoli utenti che, quotidianamente, sperimentano sulla loro pelle che inefficienza e intransigenza sono sorelle gemelle della stessa madre, l’arroganza.